Oggi, in Comune, Asa ha firmato un contratto con Eni per l’acquisto di aree in via Enriques, di 52.000 mq di superficie, da utilizzare per lo spostamento dell’impianto di depurazione di Livorno denominato “Rivellino”, attualmente collocato in piena città, nel quartiere Venezia.

“Un passaggio fortemente voluto e sollecitato dall’Amministrazione Comunale, inserito nel mandato elettorale,  che restituirà a Livorno un’area di grande pregio urbanistico e valore, in zona Venezia /Forte San Pietro/ex Macelli Comunali, creando così un collegamento diretto strategico tra la città e il Porto, con prospettive fondamentali di sviluppo economico”.

Questo l’annuncio da parte del sindaco Luca Salvetti di quello che rappresenta uno step fondamentale, per la concretizzazione di un grande progetto, teso alla realizzazione di opere pubbliche e alla definizione di un programma di interventi finalizzati appunto in primis alla completa delocalizzazione del depuratore cittadino Rivellino nel nuovo sito in via Enriques al confine con la raffineria Eni, in una zona deindustrializzata, molto lontana da insediamenti abitativi, con un investimento complessivo di 48,3 milioni di Euro.
Ma il progetto prevede anche la riattivazione della piattaforma di Paduletta per il trattamento dei rifiuti liquidi e per la depurazione delle acque di bonifica, in coerenza con i piani strutturali del Comune e del Porto.

La notizia è stata data con una conferenza stampa nella Sala Cerimonie di Palazzo Comunale, presieduta dal sindaco Luca Salvetti con l’assessore allo Sviluppo Economico e Aziende Gianfranco Simoncini. Per ASA SpA erano presenti il Consigliere Delegato e Legale Rappresentante Valter Cammelli, il Presidente del Consiglio di Gestione Stefano Taddia, il Consigliere Delegato Alessandro Fino, Ginevra Virginia Lombardi Presidente del Consiglio di Sorveglianza Asa, e i vertici tecnici Mirco Brilli e Michele Del Corso.

La firma del contratto Asa-Eni è stata “ospitata” in Comune perché, dichiara il sindaco Luca Salvetti, “questo acquisto darà sostanza e concretezza all’intenzione, politica e amministrativa, di spostare appunto definitivamente il Rivellino
Quindi, da una “suggestione”, da una aspirazione, si passa oggi finalmente all’operatività vera e propria e questo è molto significativo per la città e per l’Amministrazione comunale”

Come illustra il presidente di Asa Stefano Taddia, “la parte operativa sarà a carico di Asa, così come quella economica. Nel dicembre del 2020 l’Autorità Idrica Toscana ha approvato infatti il nuovo piano degli investimenti proposto da ASA per un totale di 243 milioni di euro e quindi 51 milioni di euro in più rispetto a quello approvato nel 2018. Nell’ambito di questo nuovo e più ampio piano economico finanziario della azienda hanno trovato spazio i 41 milioni di euro necessario per realizzare le prime due fasi del progetto, che garantiranno la costruzione di un nuovo impianto da 260.000 abitanti e con esso la dismissione del vecchio impianto cittadino e la restituzione alla città delle aree di grande pregio” .

“Con  la delocalizzazione del Rivellino – puntualizza Taddia – si raggiungeranno due importanti obiettivi: dal punto di vista tecnico, con questo investimento di oltre 40 milioni di euro, si metterà a disposizione della città un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue urbane e industriali, capace di offrire ai cittadini e alle imprese un servizio all’avanguardia e attento all’ambiente. Da un punto di vista più generale, si potrà restituire alla città un’area di oltre 3 ettari, di grande pregio urbanistico,  permettendone la riqualificazione. L’acquisto dell’area di ENI rappresenta il primo passo concreto in questa direzione”.

“Con l’acquisto delle aree Eni – spiega ulteriormente l’assessore allo Sviluppo Economico e alle Aziende Gianfranco Simoncini – si entra come detto nella fase operativa (che sarà gestita da ASA) del progetto di delocalizzazione per fasi attuative del depuratore.
Dal punto di vista politico-amministrativo il passaggio di oggi dà attuazione alla delibera di Consiglio Comunale 203 del 29 novembre 2019 che approvava un Accordo di Programma  con la Regione Toscana, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e Autorità Idrica Toscana (A.I.T.), ASA S.p.A. per la delocalizzazione del Rivellino secondo precise fasi attuative.
Accordo che è stato approvato anche dalla Regione Toscana con Delibera di Giunta n.1626 del 23 dicembre 2019”.

Simoncini evidenzia che,“nel frattempo, va avanti il progetto di recupero dell’area degli ex Macelli nel quartiere Venezia, dove sarà realizzato il nuovo Polo urbano per l’innovazione.
Nell’ambito dell’Accordo di programma con la Regione Toscana è stato sottoscritto  il 14 febbraio scorso il contratto relativo ai servizi per la progettazione definitiva ed esecutiva e la direzione dei lavori del primo lotto per il recupero del Forte San Pietro. A seguito poi della variazione di Bilancio approvata nell’ultima seduta di Consiglio Comunale, entro il mese di marzo sarà affidata la realizzazione del Masterplan”.

L’Accordo di programma, si ricorda, prevede un finanziamento da 5 milioni di euro da parte della Regione così ripartito:
3 milioni destinati al recupero e alla valorizzazione di alcuni capannoni dell’area degli ex Macelli;
– 2 milioni (già interamente utilizzati) per finanziare Protocolli di insediamento e Voucher per l’acquisizione di servizi per l’innovazione per incentivare le imprese creative e non ad avviare la loro attività a favore delle imprese localizzate nella città di Livorno”.

“Esprimiamo soddisfazione per questo accordo con l’amministrazione comunale – dichiara Pietro Chèrié, Direttore della raffineria Eni di Livorno -. Ci siamo impegnati in un lungo e proficuo confronto che ha portato al raggiungimento di un primo passo per lo spostamento dell’impianto di depurazione “Rivellino”, che sappiamo essere di grande importanza per la cittadinanza, e al quale siamo lieti di aver contribuito, nell’ottica del rafforzamento del rapporto tra il sito industriale e il territorio che ci ospita.”

 

Gli step operativi del progetto di spostamento dell’impianto del Rivellino in dettaglio.

La prima fase (10 milioni di investimento) prevede un primo nuovo depuratore da 30.000 abitanti equivalenti totali nelle aree acquistate da Eni: la progettazione definitiva avverrà nel corso del 2022, l’avvio del cantiere nel 2023 e la messa in esercizio dal 2025.

La seconda fase rappresenta lo stadio più impegnativo del progetto, sia dal punto di vista tecnico che economico. Con un investimento di circa 31 milioni di euro sono previsti sia la costruzione del nuovo impianto di trattamento delle acque reflue dell’intera città di Livorno in via Enriques (come ampliamento dell’impianto che sarà realizzato nella prima fase della delocalizzazione), sia la realizzazione delle opere idrauliche di collegamento tra l’attuale punto di confluenza di tutta la rete fognaria cittadina  e il nuovo impianto. L’avvio del cantiere è previsto nel 2025 e la messa in esercizio dell’impianto per la fine del 2029.

L’ultima fase, per la quale si stimano necessari ulteriori 7,3 milioni di euro con finanziamento ancora da reperire, prevede lo spostamento anche dell’impianto di digestione anaerobica dei fanghi che è attualmente localizzato al Picchianti in Via dell’Artigianato a fianco del Termovalorizzatore cittadino gestito da AAMPS.
Il  trasferimento anche di tutta la linea fanghi, meno prioritaria delle prime due fasi,  permetterà di riunificare in un unico sito tutte le nuove linee di trattamento in un moderno impianto, ad alta efficienza e a basso impatto ambientale che si pone l’obiettivo anche di fornire tutta una serie di servizi integrati a livello locale in tema di trattamento delle acque e dei fanghi.
Il nuovo impianto, a cui sarà collegata la riattivazione della piattaforma di trattamento dei rifiuti liquidi industriali di Paduletta anch’essa ubicata in Via Enriques, permetterà infatti di fornire un ampio spettro di servizi alla città e alle industrie oltre ad avere le adeguate capacità anche per il trattamento dei reflui del Porto Industriale zona Nord e del futuro ampliamento a mare della Darsena Europa.
Il nuovo polo di trattamento delle acque rappresenterà quindi una leva per lo sviluppo territoriale e per la reindustrializzazione di aree dismesse ubicate nel Sito d’Interesse Regionale (SIR).

Il Rivellino, cenni storici

Livorno è stata una delle prime città italiane ad essere dotata di un sistema di raccolta e trattamento dei reflui urbani.
Il primo grande intervento di adeguamento del sistema di raccolta della acque piovane e la separazione delle reti nella città di Livorno risale addirittura al 1917.

Il completamento del primo intervento avviene nel 1923 con il tombamento di alcuni rii urbani che funzionavano come fognature a cielo aperto e la costruzione della rete di raccolta delle prime fognature nere nel perimetro del centro storico e con la concomitante realizzazione del primo impianto di trattamento dei reflui con una stazione di sollevamento per la spinta a mare localizzata presso il Forte San Pietro nel quartiere della Venezia:  il progenitore dell’attuale depuratore “Rivellino”.

Negli anni  ’60 le fognature separate vengono estese nei quartieri Nord e nei quartieri La Rosa e Coteto e successivamente negli anni ‘70 – ‘90 il Comune di Livorno completa le reti di fognatura separate  nei quartieri Sud di Antignano ed Ardenza, al Castellaccio, Quercianella, Montenero, Salviano, Colline e nel quartiere della Stazione.
Con questi interventi si effettuarono anche tutta una serie di migliorie e potenziamenti all’impianto di depurazione che nel tempo ha subito numerose modifiche.

L’attuale configurazione del depuratore risale ai primi anni 80, come conseguenza di un importante investimento che fu realizzato per dotare la città di quello che all’epoca rappresentò uno dei più moderni ed efficaci sistemi di trattamento delle acque reflue urbane,  in linea con gli obiettivi della prima vera legge Italiana che regolava la materia della depurazione delle acque  “La legge Merli”!

Nel contempo però la città è cresciuta e con essa le esigenze della depurazione degli scarichi oltre che per l’incremento della popolazione anche per l’aumento della dotazione idrica procapite.
Parallelamente la normativa in materia ambientale e gli obiettivi del trattamento delle acque si sono evolute sino al Testo Unico Ambiente (D.Lgs 152/2006) e l’impianto di depurazione del Rivellino, nonostante numerosi investimenti effettuati soprattutto negli ultimi anni dal gestore ASA per migliorarne l’efficienza e per ridurre gli impatti ambientali, ha raggiunto il suo limite per l’impossibilità di costruire altre volumetrie che sarebbero necessarie a potenziare il processo, avendo da tempo ormai saturato tutti i 3,2 ettari di superficie occupata.

Il tema della delocalizzazione dell’impianto parte quindi da lontano, come conseguenza del raggiungimento di un limite tecnologico di un depuratore che ha fatto, con grade merito, il suo dovere per circa 40 anni e per l’esigenza di recuperare per la città un’area di grande pregio urbanistico nel  Rivellino San Marco – Forte San Pietro, che grazie alla sua riqualificazione potrà cogliere gli indirizzi strategici dei piani regolatori che hanno sempre posto questo obiettivo al centro delle priorità.

Anche il vigente strumento urbanistico del Comune di Livorno e cioè l’aggiornamento del Piano Strutturale del 2018 recepisce la storica previsione dello spostamento del depuratore dal quartiere Venezia, per avviare il processo di riqualificazione delle aree attualmente occupate dal vecchio impianto nel contesto di un più generale progetto di rigenerazione urbana in simbiosi con il Piano Regolatore del Porto.

L’occasione è nata con l’approvazione del progetto di adeguamento dell’impianto del Rivellino del 2014 quando nel contesto del procedimento di VIA per il rinnovo dell’autorizzazione del depuratore sono stati individuati  una serie di interventi per ridurre l’impatto ambientale del vecchio impianto e per colmare il deficit della capacità di trattamento con investimenti dell’ordine di oltre 6 milioni di euro.
Vista la difficoltà per l’ adeguamento del vecchio impianto a causa soprattutto dei limiti tecnologici e dimensionali del depuratore cittadino, si è deciso di concentrare tutti gli sforzi e le risorse per avviare finalmente la delocalizzazione completa dell’impianto in altro sito.
Tutti i soggetti coinvolti e cioè la Regione Toscana, il Comune di Livorno, l’Autorità Portuale, l’AIT (Autorità Idrica Toscana) ed ASA hanno condiviso un Protocollo d’Intesa per la pianificazione della delocalizzazione in  varie  fasi attuative, che oggi trova concretizzazione.

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